Il mio Abruzzo

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giovedì 11 marzo 2010

LO SVILUPPO TURISTICO DI AREE DEPRESSE:

Capitolo XVII pubblicato sul Rapporto sul turismo italiano 2004-2005 tredicesima edizione - Ed. Mercury Firenze - a cura di Antonio Bini e Mirella Cerato

1. Introduzione
Lo sviluppo turistico di aree depresse: il caso Invest-Abruzzo per la valorizzazione delle zone interne

“Se la domanda di bellezza conduce ad apprezzare e difendere i centri storici, è perché in essi non si cerca solo una somma di valori, ma il segreto di un metodo da emulare o avvicinare nell’allestimento degli scenari moderni”. Leonardo Benevolo.
Il patrimonio culturale costituisce il paradigma che identifica essenzialmente l’idea dell’Italia, un Paese che ha praticamente inventato il turismo culturale (dall’istituzione del Giubileo nel 1300, passando per il Grand Tour di fine Settecento, per arrivare al turismo culturale post moderno) ma che ancora oggi stenta a gestire in modo efficiente ed efficace l’intero sistema, non ne sa sfruttare appieno le sue potenzialità, non sempre identifica e attua politiche di recupero, valorizzazione e gestione delle risorse e del sistema culturale italiano (quello principale ma anche quello minore) in un’ottica di sostenibilità.
Il sistema dei beni culturali italiani è senza dubbio tra i più ricchi, vasti e complessi del mondo: 4.203 musei e siti archeologici, 95.100 chiese, 1500 conventi, 19.700 centri storici, 40.000 castelli e rocche, 30.000 archivi, 27.000 ville storiche, 29.500 dimore storiche, 3.890 giardini[1]. A questo occorre aggiungere tutta la “cultura” fatta di tradizioni vecchie e nuove, saperi locali, tra cui artigianato, enogastronomia, quindi folklore, feste religiose, eventi che costituiscono l’anima essenziale del sistema culturale e rendono “vive”, caratterizzandole nel tempo, i siti “culturali” stessi, quelli estesi nel territorio (il sistema centro storico, paese, territorio). Questa cultura, rappresenta di fatto l’anima del sistema culturale italiano, e vive esclusivamente attraverso “gli uomini”, le popolazioni locali, il loro sapere, il loro divenire.
In altre parole, il turismo culturale non potrebbe esistere se i luoghi non fossero “vivi”, capaci di trasmettere il loro passato alle generazioni future, attraverso l’opera dell’uomo: per conoscere, comprendere, elaborare, trasmettere nuova conoscenza.
Il primo nemico quindi del turismo culturale, ovvero quell’elemento che può inficiare la capacità di un territorio di attirare flussi turistici cultuali oggi è il suo abbandono: luoghi senza anima, luoghi vuoti, ricchi di storia e passato anche gloriosi e interessanti, abbandonati e senza vita. Luoghi che si raccontano solo “di passaggio”, che non riescono ad attirare flussi turistici se non mordi e fuggi, che potrebbero diventare meta di un turismo culturale importante, se resi vivi.
E’ fuori dubbio che il turismo oggi costituisca un fattore determinante nella valorizzazione del patrimonio culturale, in quanto motivazione che rimane fondamentale per attrarre il movimento turistico internazionale nel nostro Paese. E’ ovvio però che, per parlare di “sistema culturale territoriale”, non può intendersi per patrimonio soltanto l’opera d’arte o il singolo monumento, essendo talvolta da considerasi lo stesso territorio italiano alla stregua di un immenso bene culturale. In tale direzione appare recentemente orientato il nuovo codice dei Beni Culturali entrato in vigore dal 1 maggio 2004 che disciplina non solo i beni culturali in senso stretto, coincidenti con le cose di interesse storico, artistico, archeologico, ecc., ma anche il paesaggio italiano, frutto della millenaria antropizzazione e stratificazione storica del nostro territorio, un unicum nell’esperienza europea e mondiale.
E’ il caso, appunto, dei piccoli paesi medievali, dei borghi e villaggi inseriti in straordinari contesti paesaggistici e tuttora caratterizzati da importanti tratti architettonici, piazze, vicoli, antiche chiese e palazzi storici che si accompagnano ad uno stile di vita che appare ancora a dimensione umana. Nel nostro paese i “borghi minori” hanno visto recentemente uno sviluppo importante, soprattutto turistico ed escursionistico, e sono oggetto di progetti di valorizzazione (si veda ad esempio il progetto promosso dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, con la creazione di un Club di Borghi più Belli d’Italia) e sempre più spesso sede di eventi (culturali, enogastronomici, ecc.) anche di forte richiamo.
Se però in Italia “tutto” è cultura, è bene evidenziare che c’è anche una parte di questo “tutto” che ad oggi risulta abbandonato, vuoto, svuotato della sua anima. L’Italia del turismo culturale è di fatto tutto questo: la cultura che esiste, quella dei luoghi “abitati” e la cultura che potrebbe esistere, ovvero quella dei luoghi “abbandonati”. Singole risorse, beni culturali che attirano flussi turistici, in modo più o meno vistoso, ma anche e soprattutto interi paesi, oggi abbandonati, con un passato da poter raccontare e potenzialità da esprimere ma “senza futuro”, perché lontani, piccoli, antieconomici nella vita quotidiana, vecchi.
Se è più facile, ma non immediato e ovvio, “creare turismo culturale” nei borghi e centri minori “abitati”, la vera sfida del turismo culturale “minore” sta proprio nel “ridare la vita” a quei luoghi suggestivi per le loro “mura, architetture, campanili, angoli, vicoli”, che però sono oggi abbandonati, dando loro nuovo motivo di esistere: grazie anche al turismo.
L’Italia vive da diversi anni ormai il dramma dello spopolamento delle aree rurali e montane: nelle zone alpine, appenniniche, e soprattutto nel Sud Italia. Il patrimonio che così si “abbandona” è immenso e rischia di compromettere la capacità dello stesso territorio di sopravvivere. Con il suo abbandono, si allontanano fino a scomparire le sue tradizioni, fatte di produzioni tipiche, la sua agricoltura, il suo artigianato, la sua cultura, la sua storia, quindi anche il suo futuro. Partendo da questa analisi, non può non leggersi positivamente la recente legge 24.12.2003, n. 378, che prevede interventi per la tutela e la valorizzazione dell’architettura rurale.
Il turismo oggi può rappresentare uno strumento attraverso il quale “ridare vita” ai borghi abbandonati, o comunque evitare il loro abbandono, recuperandone quindi corpo (le strutture e infrastrutture) e anima (la cultura e le sue tradizioni). Per fare tutto questo, però, occorre ancora una volta ragionare in termini di “sistema territoriale”, non esclusivamente in chiave turistica, ma in chiave più ampia di “sviluppo economico e sociale locale”, e soprattutto in chiave di programmazione di medio-lungo termine.
2. La Regione Abruzzo e il progetto di valorizzazione del patrimonio immobiliare di aree interne
Le aree interne dell’Abruzzo sono caratterizzate da un patrimonio rilevante di borghi e centri abbandonati di elevata notorietà culturale oltre che da obiettivi valori estetici, tanto da essere anche rilevato da una delle più diffuse guide turistiche internazionali. In queste si evidenzia in particolare l’esistenza e la caratterizzazione di borghi e villaggi sulle montagne abruzzesi “con nuclei di case appiccicate che pochi cambiamenti hanno subito nel corso dei secoli”[2], circostanza questa non dovuta tanto ad un’attenta politica di tutela, quanto all’effetto conseguente alla progressiva perdita di popolazione.
Recentemente, la Regione Abruzzo ha attivato una iniziativa pilota di marketing territoriale diretta a promuovere e valorizzare i borghi e i centri storici delle aree depresse del suo entroterra, partendo dalla promozione all’estero del patrimonio immobiliare di pregio storico-architettonico, esistente e non utilizzato, al fine di favorirne il recupero e l’utilizzo ricettivo e turistico.
Obiettivo del progetto Invest Abruzzo, è stato infatti quello di favorire in Italia e all’estero il posizionamento dell’offerta immobiliare presente in Abruzzo come investimento conveniente e altamente remunerativo per il target di riferimento, rappresentato da gruppi, privati, ecc. – in una regione che sta registrando importanti indici di crescita dei flussi turistici – tramite un percorso originale – soprattutto caratterizzato da attività di comunicazione e promozionali dei valori immateriali del territorio - utili allo sviluppo delle aree interne – che nello stesso tempo rappresenta una vera e propria sfida per l’amministrazione regionale finalizzata alla conservazione del patrimonio naturale, architettonico e culturale locale.
2.1 Il contesto territoriale
L’Abruzzo dispone di un importante patrimonio immobiliare inutilizzato - anche di pregio – soprattutto nelle aree montane interne. Le potenti casate degli Aragona, dei Medici, degli Orsini, dei Colonna, dei Farnese, ecc. hanno disseminato gran parte della regione di palazzi e di castelli, mentre gli ordini religiosi hanno edificato ovunque – e in particolare sulla Macella, eremi, conventi e abbazie. Queste aree sono da tempo interessate da gravi fenomeni di abbandono e spopolamento, nonostante la forte vocazione turistica rappresentata dalle notevoli attrattive storiche e paesaggistiche che hanno in passato attratto ed ispirato storici, artisti, fotografi come Ferdinand Gregorovius, M.C. Escher, Edward Lear, Henri Cartier Bresson, Chim, Giacomelli, Berengo Gardin, una lunga teoria di pittori scandinavi, a partire da P.S. Kroyer, Kristian Zahrtman, e con numerose località divenute set cinematografico per importanti film italiani e stranieri (si pensi ad esempio alla fortunata serie dei c.d. “spaghetti western”, ecc.), senza dimenticare che si tratta spesso di paesi inclusi in parchi (nel territorio abruzzese sono presenti tre parchi nazionali e uno regionale).
La ricchezza e la varietà del paesaggio montano/collinare abruzzese caratterizza la regione in ambito nazionale, in particolare per i segni così vari e contrastanti della millenaria interazione umana con la natura, da anni in progressivo depauperamento, per la crisi della pastorizia e dell’agricoltura tradizionale che ha portato drammaticamente “fuori mercato” intere aree dell’Abruzzo montano, generando rilevanti processi migratori.
La problematica situazione socio-economica delle interne abruzzesi è desumibile da un recente rapporto del Cresa[3]. Si riporta il dato relativo all’indicatore di marginalità riferito ai valori demografici dei comuni montani classificati in posizione di declino (una parte dei quali destinati all’estinzione nel giro di pochi anni). Si tratta di dati che esprimono un dato prevalentemente formale – ossia dei residenti – comunque superiore rispetto alla comunità effettivamente presente (si pensi a quanti dimorano altrove per motivi di studio e/o di lavoro), mentre va considerata anche la frequente articolazione dei comuni in un numero variabile di frazioni, distinti nuclei abitativi che talvolta costituivano in passato comuni autonomi.
Tab.1 Abruzzo – intera regione - 112 comuni su 305 (di cui 51 con popolazione inferiore a 500 abitanti)
• Provincia L’Aquila 54 comuni (di cui 26 con popolazione inferiore a 500 abitanti)
• Provincia Chieti 37 comuni (di cui 17 con popolazione inferiore a 500 abitanti
• Provincia Pescara 12 comuni (di cui 6 con popolazione inferiore a 500 abitanti)
• Provincia Teramo 9 comuni (di cui 2 con popolazione inferiore a 500 abitanti)

Un fenomeno rilevato ormai da alcuni decenni, in cui si assiste pressoché impotenti al depauperamento patrimonio artistico abruzzese che scompare insieme al “pittoresco inimitabile delle sue ville, l’originale aspetto turrito dei comunelli inerpicati per le rocce delle sue montagne, la vivacità serena delle umili borgate distese attorno al castello diroccato e le forme solenni delle industri città raccolte a guisa di arce, fiere della loro storia e delle loro tradizioni, tutto rapidamente scompare! Un elemento importante, ma quasi inafferrabile, che esorbita da qualunque artificio, perché dato dalle condizioni speciali topografiche ed etniche, e perciò può chiamarsi colore d’ambiente, elemento essenzialissimo per il quale l’opera d’arte non vive solo per la sua essenza, ma per le emozioni che suscita nello scenario che la circonda; ebbene, anche questo dattore, che raggiunge in alcune località il più alto grado d’importanza, scompare con rapidità vertiginosa”[4].
Per molti versi emblematico è lo stesso messaggio di Joseph Beuys, che proprio in Abruzzo ha elaborato lo studio “Difesa della natura”, sintetizzato tra l’altro dall’omonimo striscione firmato dal grande artista tedesco apposto su un muro scrostato di una vecchia casa dell’antico borgo di Bolognano, in provincia di Pescara, da intendere come monito per la tutela e la conservazione di una dimensione umana e materiale da salvare[5] [6].
Per singolare contraddizione, la crescente domanda di turismo naturalistico e dei piccoli borghi storici abruzzesi, trova difficoltà nell’essere soddisfatta per le carenze dell’offerta ricettiva e di servizi, fortemente squilibrata sulla costa (quasi il 50% del ricettivo alberghiero è ubicato in soli sette comuni della costa teramana).
Il recupero del patrimonio esistente – coerentemente con le caratteristiche paesaggistiche e urbanistiche - costituisce in molti casi l’unica possibilità di dotarsi di detti servizi, senza procedere a dannose e distruttive nuove cementificazioni. Come è stato opportunamente rilevato solo “l’utilizzabilità economica del territorio a fini turistici determinerebbe un traguardo aggiuntivo che è quello di dare un futuro a certi insediamenti di collina altrimenti destinati a perdersi nel giro dei prossimi decenni”[7] [8].
Tra i molteplici riflessi dello spopolamento va segnalato – ad esempio - il depauperamento del patrimonio artistico e architettonico religioso. Emblematico di tale progressivo stato di degrado è il disperato appello lanciato dal quotidiano Avvenire del 17.3.2002, dal titolo “Salviamo le chiese dei paesi di montagna”, che ha fatto proprio le preoccupazioni della Conferenza Episcopale Abruzzese-molisana dirette a salvaguardare chiese e abbazie della montagna abruzzese che raccontano una cultura secolare (si pensi a tante chiese romaniche, agli eremi di Celestino V) e portano spesso il segno di una grande ricchezza artistica – e che lo spopolamento ha spesso lasciate alla rovina, ai furti, alla devastazione.
2.2 Lo valorizzazione del patrimonio immobiliare come strumento di management dell’innovazione
Lo sviluppo economico e competitivo del territorio rappresenta una sfida che la pubblica amministrazione sta sforzandosi di affrontare con un approccio metodologico innovativo. Il ruolo della Regione Abruzzo rispetto al declino/marginalità delle aree montane non poteva, nell’ambito di un progetto di rilancio regionale, certamente limitarsi a ricalcare i tradizionali schemi (incentivi, opere pubbliche, ecc.) che fino ad oggi non hanno certamente frenato l’accentuarsi degli squilibri territoriali da tempo manifestatisi, ma doveva avviarsi alla sperimentazione di nuovi modelli aperti a processi di comunicazione e di integrazione tra strumenti diversi, allo sviluppo di relazioni evolute con gli enti sub-territoriali e con le imprese.
Rispetto a queste prospettive di carattere generale, deve aggiungersi, in particolare, per la gestione del patrimonio pubblico, che si tratta di un settore che sta conoscendo negli ultimi anni una vera e propria “rivoluzione”, con norme che - a partire dalla legge 127/1997 - hanno impresso un mutamento dell’orizzonte operativo dei soggetti pubblici, conferendo agli enti locali la potestà di emanare un proprio regolamento sulle alienazioni e sulle concessioni dei beni, in un’ottica imprenditoriale e quindi di razionale utilizzo del patrimonio e nella sua valorizzazione. Si tratta peraltro di un percorso non facile nella pratica, che richiederà tempi lunghi di assimilazione, soprattutto in quei comuni che non dispongono di adeguate strutture tecniche.
A partire dal 2000, il Servizio Sviluppo del Turismo della Regione Abruzzo[9] è stato interessato da un limitato – ma significativo - numero di richieste su tendenze, dati statistici, informazioni in merito a possibili investimenti turistici in Abruzzo da parte di investitori privati italiani e stranieri, in particolare società di marketing e Tour Operators. In un solo caso si è verificata la richiesta di un soggetto pubblico per “collocare sul mercato” una importante struttura turistico/sportiva di proprietà comunale che versava in stato di abbandono, anzi non era stata mai immessa in uso.
Tali richieste sono state colte come un segnale positivo collegabile ad una regione che finalmente stava uscendo dal “silenzio”, con flussi turistici costantemente in crescita dal 1996.
Da qui, si è ritenuto di dover avviare un lavoro di adeguamento della mission del Servizio – sia pure in considerazione dei mezzi e delle risorse professionali disponibili, investendo nello sviluppo e nella messa a disposizione degli enti locali di know how utilizzabile secondo gli approcci tipici del marketing territoriale.
Il Servizio Sviluppo, seppure in modo approssimativo, ha quindi sviluppato un primo quadro di reale disponibilità riferito al patrimonio immobiliare pubblico suscettibile di utilizzazione turistica (ricettività, servizi, ecc.), attraverso un’indagine tramite questionari tra i comuni e le comunità montane della regione. Tale indagine era propedeutica alla definizione della possibilità di sviluppo e attuazione del progetto Investi Abruzzo.
La singolarità della richiesta – che peraltro non intendeva alimentare nessuna aspettativa particolare – ha portato solo una parte degli enti interessati ad avviare un lavoro di ricognizione/segnalazione, in alcuni casi assai documentato. I dati emersi sono risultati comunque interessanti, essendo state rilevate un centinaio di strutture – alcune di particolare rilievo (castelli, ex conventi, ma anche impianti sportivi multifunzionali). Hanno aderito all’indagine soprattutto i piccoli comuni montani dell’Abruzzo interno, in alcuni casi riponendo e manifestando molte speranze nelle future iniziative promozionali promosse dalla Regione.
A titolo informale l’indagine ha fatto emergere come in diversi casi erano stati esperiti tentativi di affidamento in gestione a soggetti locali, senza riscontro positivo – per l’insufficiente presenza di capitali e risorse imprenditoriali e professionali rintracciabili nelle aree interessate.
Una iniziativa parallela ha riguardato gli enti religiosi – con minore risposta – al momento.
2.3 Il progetto Invest Abruzzo nell’ambito del DOCUP 2000-2006
Gli interventi per le aree interne rappresentano nell’ambito del DOCUP 2000-2006 una priorità per la Giunta della Regione Abruzzo.
Gli elementi raccolti dall’indagine propedeutica sono stati ritenuti ampiamente sufficienti per sviluppare una prima, limitata, iniziativa nell’ambito del Docup 2000-2006, Azione 3.2.3. finalizzata a cogliere l’emergente interesse di settori finanziari all’investimento immobiliare e turistico, come opportunità di sviluppo turistico delle aree interne.
L’intervento si inquadra nell’ambito dell’Asse III: Tutela e valorizzazione delle risorse ambientali del DocUP Abruzzo 2000-2006, Misura 3.2: Tutela e valorizzazione e promozione del patrimonio paesaggistico e ambientale, Azione 3.2.3: Promozione e marketing turistico-culturale-ambientale.
La strategia dell’Asse III è riconducibile alla valorizzazione delle “vocazioni ambientali e culturali del territorio attraverso interventi finalizzati che, mentre garantiscono la sostenibilità ambientale, al contempo favoriscono l’avvio di attività legate alla fruizione turistica del territorio”.
In particolare l’Azione 3.2.3., Tutela e valorizzazione dei centri storici, prevede “attività di promozione pubblica e di marketing, con la finalità di una valorizzazione integrata del territorio dell’Obiettivo 2 sui principali mercati nazionali e internazionali, inquadrate nell’ambito delle linee di sviluppo del turismo in Abruzzo definite dal Consiglio Regionale con delibera 1.2.2000, n. 148/25”.
3. Il progetto Invest Abruzzo
3.1 L’obiettivo specifico
Obiettivo specifico del progetto Invest Abruzzo è essenzialmente quello di salvare attraverso la loro valorizzazione numerose aree dal degrado e dall’abbandono mediante attrazione di risorse finanziarie e nuova imprenditoria, dando quindi un nuovo senso economico alle rispettive comunità locali, secondo modalità coerenti con i principi del turismo sostenibile, e quindi rispettoso dell’identità culturale locale, dell’architettura, del paesaggio, dell’ambiente nel suo complesso[10].
L’iniziativa non ha inteso limitarsi al solo lancio del messaggio circa l’opportunità di un investimento turistico in Abruzzo, ma ha operato attraverso la diffusione di un primo essenziale ventaglio di opportunità “immobiliari” nella regione che possono essere concretamente e immediatamente colte da parte dei potenziali investitori italiani e stranieri.
La necessità di fornire dati “concreti” e opportunità immediatamente realizzabili è stato motivato dalle leggi di “mercato”, e dalla necessità di “ottenere risultati concreti”. Il solo messaggio poteva risultare – infatti – astratto, generico e quindi destinato a rimanere poco efficace – vanificando le limitate risorse destinate al programma, che ha inteso massimizzare le opportunità rappresentate dalla concomitanza di alcuni fattori - quali:

a) la crescita degli investimenti immobiliari a livello internazionale;
b) le tendenze di mercato ad un recupero selettivo del “passato”, di immobili di pregio storico, architettonico, ecc., anche rispetto a prospettive di riuso turistico, particolarmente indicato in contesti paesaggistiche di rilevante interesse;
c) la disponibilità e la convenienza di un enorme patrimonio immobiliare nelle aree interne, che spazia dalle dimore storiche ai casali rurali;
d) l’opportunità dei collegamenti aerei low-cost, che hanno permesso di percepire la regione “vicina”, conveniente e facilmente raggiungibile;
e) l’emergente immagine dell’Abruzzo, con il suo straordinario paesaggio, la scoperta di importanti risorse storiche e culturali, delle sue tradizioni eno-gastronomiche, ecc.
3.2 Il percorso di lavoro
Lo sviluppo del progetto ha previsto le seguenti fasi:

§ raccolta di informazioni, tendenze di mercato, ecc.
§ definizione strategia;
§ realizzazione di un marchio specifico;
§ ricognizione, schedatura e sintetica descrizione di almeno 100/150 strutture ubicate in territori montani/collinari compresi nelle zone Obiettivo 2 con acquisizione dei dati relativi alla proprietà, alla destinazione prevista dallo strumento urbanistico vigente, del possibile impiego turistico, della presenza di vincoli, di una o più foto, ecc.
§ attività di sensibilizzazione, incontri, visite in loco, ecc. presso le amministrazioni locali e i proprietari degli immobili (pubblici e privati)
§ acquisizione di formale atto di assenso della proprietà all’immissione in rete dei dati relativi alle strutture censite e della disponibilità alla vendita o alla locazione a lungo termine o, ancora, a soluzioni tipo project financing;
§ acquisizione di almeno una foto (interni o esterni) per ciascuna struttura, con brevi eventuali riferimenti storico-culturali alla medesima;
§ realizzazione di un sito internet dedicato all’intervento - www.invest-abruzzo.com - in tre versioni linguistiche (italiano, inglese e tedesco) comprendente i dati di cui sopra, unitamente a una breve presentazione dell’Abruzzo, un profilo storico-architettonico delle tipologie di immobili e a una mappa grafica del territorio regionale, con evidenziazione delle località cui si riferiscono le strutture interessate;
§ realizzazione di un opuscolo nelle tre lingue suddette finalizzato a presentare l’Abruzzo nei suoi valori storico-ambientali e come opportunità per un valido investimento immobiliare legato al rispetto di detti valori e all’economia turistica, in forte crescita negli ultimi anni, anche sui canali internazionali.
§ veicolazione del depliant su riviste specializzate tedesche e inglesi (“Bellevue”, “Vivere”, “Countryhouse”, ecc.);
§ acquisizione di spazi pubblicitari sulla stampa estera di settore - anche on line – sul mercato tedesco e inglese, finalizzata a far conoscere la disponibilità dell’offerta. Lo scenario rappresentato è quello dell’opportunità di un investimento in una regione in costante crescita turistica, con una adeguata viabilità, buona qualità della vita, sicurezza, vicinanza con aree densamente popolate quali Roma/Napoli, decisamente più conveniente rispetto ad analoghi investimenti in Toscana (tra l’altro - una vasta area interna è stata possedimento dei Medici per due secoli, come dimostrato da importanti testimonianze ancora ampiamente visibili);
§ press-tour, attività di pubbliche relazioni finalizzate a favorire la presenza di redazionali, informazioni, immagini del territorio su testate economiche e del settore immobiliare, esaltando alcuni investimenti esemplari in corso di realizzazione nella regione (è il caso del progetto Sextantio – in corso di realizzazione a Santo Stefano di Sessanio, ad opera di un imprenditore di origine svedese, D.E Kihlgren) – che rappresentano il miglior elemento comunicativo per trasferire il concetto di un Abruzzo che già attira investimenti e progettualità d’alto livello[11]. Sono stati anche evidenziati altri casi di successo nel recupero di immobili a fini turistici, come Palazzo Dragonetti-Torres di Paganica, Il Rifugio La Rocca nello splendido borgo abbandonato di Rocca Calascio (a 1450 m.) , il castello Chiola di Loreto Aprutino;
§ sviluppo di rapporti con sedi estere dell’ICE e dell’ENIT;
§ partecipazione a due fiere di settore, quali IMMOBILIA di Berlino, dal 18 al 21 febbraio 2004 e Homes Overseas Exhibition a Londra dal 5 al 7 marzo 2004 in riferimento a paesi da poco serviti quotidianamente da voli di linea low-cost con l’aeroporto di Pescara.

Il progetto è stato prioritariamente orientato al mercato anglosassone, che al momento risulta più interessato all’iniziativa promozionale e che esercita una sua influenza sugli altri mercati europei. In proposito occorre rilevare come il diffuso interesse di questo mercato alla combinazione investimento/destinazione turistica all’estero trova anche espressione in una qualificata editoria di settore – che non ha assolutamente riscontro nel nostro paese (cfr. M. Larner e J. Howell, Buying a property Italy, ed. C Guides, London; A. Hinton, Buyng a property in Italy (an insider guide to finding a home in the sun), ed. How Too Books, Oxford, 2003; Un’opera dal taglio decisamente professionale è quella di Robin Bowman,Italian property secrets, ed. Jojaffa, Nantwich, 2003).
In futuro si prevede inoltre di sviluppare una guida per gli enti locali diretta a facilitare e orientare operativamente i piccoli comuni ad individuare gli strumenti di gestione imprenditoriale del patrimonio pubblico più corrispondenti alle esigenze degli stessi enti, alla luce delle vigenti disposizioni che stanno particolarmente innovando il regime degli immobili storici.
Con riferimento agli immobili censiti e presentati nei diversi strumenti di comunicazione si evidenzia che:

§ la rilevazione ha riguardato anche immobili di proprietà privata – anche quelli segnalati dai sindaci - laddove sussisteva l’interesse pubblico alla loro valorizzazione – risultando possibile un impiego economico e/o turistico-ricettivo;
§ il programma escludeva tassativamente gli appartamenti, a prescindere dalla proprietà pubblica o privata.

Inoltre, l’adesione all’iniziativa non ha comportato alcun compenso o onere per gli enti o i privati, e l’inserimento delle strutture nel “catalogo” on-line dell’offerta è stato valutato dal Servizio Sviluppo del Turismo.
La realizzazione del progetto (sito internet, attività di comunicazione, ufficio stampa, ecc.), è stato affidata a società di consulenza esterne mediante conferimento di incarico a seguito di bando pubblico, ma tutta la gestione dei contatti con i potenziali investitori, con gli enti locali, con agenti immobiliari stranieri, editoria di settore, ecc. è stata gestita direttamente dal personale del Servizio Sviluppo del Turismo.
In futuro si prevede una continua integrazione tra il soggetto privato che realizzerà il programma e la struttura regionale – per consentire il proseguimento dell’esperienza anche oltre la conclusione dei servizi – con l’allestimento di un data-base delle opportunità presenti – da aggiornare sul sito internet regionale – da allargare anche agli incentivi pubblici fruibili. Sotto questo profilo la realizzazione dell’iniziativa potrà svolgere una funzione di start up per la successiva autonoma prosecuzione di alcuni servizi da parte del Servizio Sviluppo del Turismo.
E’ stata favorita ogni possibile forma di coordinamento dell’iniziativa con una parallela campagna promozionale che prevede 3,5 milioni di euro, anche questa gestita dal Servizio Sviluppo del Turismo.
3.3 I primi risultati
Il lavoro svolto nell’ambito del Progetto Investi Abruzzo nel corso degli ultimi anni ha dato risultati superiori alle attese, tenuto conto che i riflessi del programma – complesso ed ambizioso – erano prevedibili soltanto nel medio lungo/periodo.
La soddisfazione va soprattutto nella direzione dell’interesse che si è venuto a concretizzare in diversi piccoli centri delle aree interne – a forte declino demografico e quindi a rischio di estinzione (cfr. Studio del CRESA sulle aree marginali della montagna abruzzese, L’Aquila, 2002), con primi segnali positivi che testimoniano una possibile inversione di tendenza rispetto al passato. Il sindaco del comune di Santo Stefano di Sessanio ha dovuto recentemente dichiarare alla stampa locale – a fronte di numerose richieste che continuano a pervenire da vari paesi europei - che nel paese non erano più disponibili immobili.
Importanti giornali stranieri, ovvero quelli che “fanno tendenza”, hanno dedicato spazi significativi al programma regionale, confermando la validità dell’impostazione progettuale. A tal fine è opportuno precisare che il Servizio Sviluppo del Turismo ha individuato una strategia di comunicazione che si è rivelata vincente, puntando – in sintesi - non solo sulla disponibilità reale di un patrimonio immobiliare di pregio storico-architettonico, ma anche sulla cultura e le risorse del territorio e sull’esistenza di iniziative innovative/esemplari di recupero – quale è certamente quella in atto a Santo Stefano di Sessanio, che ha permesso anche di scoprire ed enfatizzare i collegamenti storici con il periodo mediceo e quindi con la Toscana (l’importanza del progetto Sextantio – e la sua spendibilità internazionale – era stata colta con largo anticipo dalla Regione già in occasione del Forum del Turismo regionale organizzato a Pescara il 12 dicembre 2002).
Infatti, il fattore comunicazione non poteva limitarsi alla diffusione di un’iniziativa, di un obiettivo regionale quale l’attrazione di investimenti, richiedendo l’acquisizione di un ventaglio reale di immobili disponibili che risultasse base concreta di un percorso più complessivo di valorizzazione delle aree interne, delle sue potenzialità, e che creasse praticamente “valore”, posizionando l’Abruzzo sui mercati internazionali come territorio interessante e appetibile per gli investimenti, conveniente (rispetto all’ormai “satura” Toscana) e ricco di opportunità, sia in relazione alla crescita turistica della regione, che alle numerose risorse che presentano ampi margini di sviluppo (dalla presenza di siti archeologici, alle produzioni tipiche locali, ecc.), e anche alla luce delle straordinarie prospettive apertesi dopo l’attivazione dei voli low-cost della Ryanair.
Se il Guardian ha parlato di Abruzzo “rivale del Chiantishire” (articolo apparso il 15 novembre 2003), il Sunday Times del 7 dicembre 2003 ha ripreso il concetto interrogandosi se l’Abruzzo fosse “la nuova Toscana”. Un’assimilazione che è stata anche colta da Barbara Worman, del quotidiano tedesco “Die Welt”, che pure fa propria l’idea che “l’Abruzzo non abbia nulla di meno della famosa Toscana”. Jennifer Grego del Financial Times – che riprende la presenza dei Medici in Abruzzo – arriva a sostenere che la regione “è seduta su un tesoro”. Ulteriori valutazioni positive sono riprese da altri articoli apparsi, ad esempio, sul quotidiano “Independent”, sul magazine inglese “Metro” e sul “Kurier”, il più autorevole e diffuso quotidiano dell’Austria, sul quotidiano olandese “Algemeen Dagblad”, sulla rivista dei medici olandesi “Arts & Auto”, sul magazine per stranieri “Wanted in Rome”, ecc.. Interessante cogliere la ripresa del concetto di Abruzzo “nuovo Chiantishire” o anche di Abruzzoshire sulla stampa italiana (Il Sole 24Ore, Capital, Milano Finanza, Dove, Il Tempo, ecc.) e più recentemente da parte del quotidiano economico-francese “La Tribune” del 4 giugno 2004 – praticamente in coincidenza con l’attivazione del volo Parigi/Pescara/Parigi da parte della compagnia low-cost Axis Airways, operativo dal 2.4.2004.
Tab.2 Rassegna Stampa Straniera Riferibile Al Progetto Invest-Abruzzo (parziale)
· J. Tweedy, “A brush with Abruzzo ”, in Daily Mail (UK) 24 giugno 2004;
· A. Dumont, Opa touristique sur les Abruzzes”, in La Tribune (F), 4 giugno 2004 ;
· Heering, “Half Sessanio wordt een hotel”, in Algemeen Dagblad (NL), 17 aprile 2004
· T. Peters,„Land der fedherren und poeten“, Die Welt, 2 aprile 2004; B. Mallerbrein, “Abruzzen”, Vivere (D), marzo/aprile, 2004;
· M. Stenhouse, “Castles for sale in the Abruzzo”, in Wanted in Rome, n. 4, 3 marzo 2004 (magazine in inglese per stranieri pubblicato in Italia);
· J. Werkmaster, “Charmad av hemliga Italien”, in Goteborgs Posten (Sweden), 21 febbraio 2004;
· M. Gargo, “Lease of life for an Italian ghost village”, in Financial Times (Uk), 3 gennaio 2004;
· M. Zakian, “Italy for adventures: Abruzzo offers olive groves, beaches and pretty homes aplenty”, in The Sunday Times (UK), 7 dicembre 2003;
· K.Martin, “History in the remaking”, in Metro (UK), 1 dicembre 2003;
· P. Wilan, “Forget the rest. This is were you can live the dream”, in The Guardian (UK), 15 novembre 2003;
· B. Worman, “Schlossherren und Burgfraulen in del Abruzzen gesucht die region hat 160 kulturaguter katalogisiert“, in Die Welt (D), 8 novembre 2003;
· G. Vendrickas, “Palm trees, pasta and an apartment £.80.000“, in Independent, 22 ottobre 2003;
· L. Hahn, “Ganze Dorfer im Sonderangebot. Aktion Invest-Abruzzo: 150 historiche Objekte stehen zum verkauf”, in Kurier (A), 21 ottobre 2003

Il ritorno in termini di comunicazione va anche oltre le esigenze di promozione del progetto Investi Abruzzo, venendosi a rafforzare l’immagine complessiva della regione, esaltata per il suo patrimonio culturale (si pensi alla sua architettura, ai richiami storici al periodo mediceo, alla civiltà della transumanza, alle popolazioni italiche, al sito archeologico di Peltuinum, ecc.), per il suo paesaggio, per la facile raggiungibilità mediante i voli Ryanair, ecc. , per le numerose combinazioni paesi-borghi/personaggi (è il caso di Pacentro/Madonna, Torricella Peligna/John Fante, Castrovalva/Escher, Civita d’Antino/pittori scandinavi, Bolognano/Beuys, Rocca Calascio/Michelle Pfeiffer, ecc.).
Addirittura sorprendente ed inatteso è stato il recentissimo inserimento dell’Abruzzo in due trasmissioni televisive inglesi – tipo reality tv - dal titolo ”I want that house” e “A place in the sun”, rispettivamente sulle reti Channel4 e ITV - dedicate a reali vicende di acquisto e di recupero di immobili da parte di britannici in vari paesi del mondo. Mentre non mancano riflessi letterari, laddove una nota scrittrice irlandese – Maggie O’Farrell – in un suo racconto di viaggio tra immaginario e reale alla ricerca delle terre abbandonate da abruzzesi emigrati in Scozia cerca di capire perché è stata abbandonata la bella montagna abruzzese (cfr. Maggie O’Farrell, “Where did all the Italian go ?”, The Observer, 29.2.2004), che un’altra scrittrice (e pittrice) inglese – E.Canziani – in un suo viaggio nel 1914 definiva “one of the most beatiful countries of the world”.
La breve analisi permette di considerare vincente la strategia di comunicazione puntata sui valori culturali e paesaggisti del territorio, rispetto alla quale l’offerta concreta di una certa disponibilità di immobili contenuta nel sito web rappresentava solo un’opportunità per un primo approccio reale rispetto ad un possibile percorso decisionale.
Investimenti di questo tipo non si concretizzano, infatti, soltanto per la disponibilità e la convenienza dell’acquisto, se non coesistono con altri fattori di attrazione – immateriali - che ne valorizzino il contesto.
Occorre comunque ricordare che la comunicazione ha svolto anche la fondamentale funzione di lancio del sito www.invest-abruzzo.com, quale percorso immediato e concreto delle possibilità di investimento al momento disponibili, peraltro in termini assolutamente parziali – in relazione alle segnalazioni volontariamente espresse dai soggetti proprietari.
L’iniziativa è stata oggetto di interesse anche da parte della stampa locale, che ha evidenziato il crescente interesse da parte di nuovi acquirenti stranieri per luoghi prima desolati.
E’ interessante anche rilevare come uno studioso attento, quale Emiliano Giancristofaro, in un suo recente articolo[12], abbia addirittura accostato l’arrivo dei giornalisti di prestigiose testate straniere – connesso all’operazione INVEST-ABRUZZO - alla storica spedizione automobilistica “Alla scoperta dell’Abruzzo” del 1909 rivolta a giornalisti e parlamentari italiani ed ispirata da D’Annunzio e Michetti, che allora rappresentò una straordinaria occasione per “aprire” la regione alla comunicazione in ambito nazionale[13].
Gli effetti della comunicazione hanno prodotto, a partire dalla loro pubblicazione, e in particolare dall’inizio del 2004, una forte accelerazione del fenomeno degli acquisti di casali, fattorie, vecchie case in pietra, ecc. da parte di inglesi, tedeschi, olandesi, ecc.
Una riprova è costituita dalla recente presenza in Abruzzo di due società inglesi (una operativa solo da inizio 2004 ), con cui il Servizio è entrato in contatto, tenuto conto che il loro interesse verso l’Abruzzo rappresenta una straordinaria opportunità per favorire la collocazione estera del nostro patrimonio immobiliare - in termini di soprattutto di servizi specializzati per gli operatori stranieri. Le due società hanno confermato la concreta impennata d’interesse verso la regione, anche se temono una crescita ingiustificata dei prezzi.
Il Servizio Sviluppo del Turismo nel corso del 2003 e 2004 ha monitorato e contattato agenzie immobiliari straniere – non presenti con proprie sedi nella regione – che offrono anche immobili localizzati in Abruzzo. Uno degli obiettivi dell’iniziativa è stato anche quello di accrescere la presenza dell’offerta immobiliare abruzzese nel circuito dell’intermediazione internazionale, che attualmente è presente in ben 14 società estere (all’inizio del 2003 le società erano soltanto 2). I contatti e le attività di pubbliche relazioni avviate e in corso lasciano pensare che tale numero sia destinato a crescere, nell’interesse della regione, in quanto tali presenze sono un sintomo concreto dell’emergente immagine turistica della destinazione Abruzzo. Dette società trattano quasi esclusivamente casali, fattorie, case rurali da ristrutturare, ecc.
In un solo paese della collina pescarese (Penne) si stima – ad esempio – l’acquisto di oltre cento immobili da parte di stranieri (in prevalenza inglesi), costituiti da palazzi dell’antico centro storico a fattoria e casali di campagna.

Il fenomeno è confermato da una recente indagine di Confedilizia sugli investimenti stranieri in Italia nel settore immobiliare turistico, dalla quale emerge l’immagine dell’Abruzzo come “area di nuovo interesse” rispetto alla Toscana (cfr. V.Ch. “Toscana terra da stranieri”, in Il Sole 24 Ore del 7.9.2003). Ancor più recentemente l’Osservatorio del mercato dei mutui immobiliari in Italia nel corso di Abbey National Bank ha rilevato nel 2003 l’eccezionale crescita del 130% per l’Abruzzo, che sia pure indirettamente rappresenta un indice di forte dinamismo del mercato.
Diverse anche le informazioni richieste di taglio imprenditoriale avanzate da operatori stranieri al Servizio Sviluppo del Turismo, mentre non mancano anche imprenditori locali che – stimolati dall’interesse della stampa estera - hanno “scoperto” alcune strutture grazie all’azione promozionale e al sito – ipotizzando soluzioni dirette ad integrarsi rispetto ad altre attività turistiche già avviate, mentre non riflessi positivi anche sulle nuove costruzioni realizzate sulla fascia costiera.
4. Conclusioni
Il progetto è ancora in fase di sviluppo, ma sta dimostrando tutta la sua efficacia e la sua validità sotto diversi punti di vista:

· in termini di coinvolgimento degli enti locali e creazione di nuovo spirito di collaborazione top-down (regione-comuni), sulla base di azioni concrete, misurabili e utili al territorio a livello locale (anche se molto resta da fare per favorire una più diffusa cultura dello sviluppo locale sganciata dalle tradizionali logiche legate esclusivamente ai finanziamenti pubblici);
· in termini di aumento di interesse nei confronti di aree prima depresse da parte di investitori stranieri e italiani non locali, che rappresentano un target qualificato sia per livello culturale che per capacità di spesa;
· aumento dell’interesse da parte dell’opinione pubblica locale per queste aree, in grado così di ridare vitalità ed un rinnovato clima di fiducia alle stesse in termini di interessi e volontà di scoprire “tesori” da sempre esistenti ma sottovalutati e dimenticati;
· rivitalizzazione di aree – nel medio-lungo termine – depresse, prima dimenticate, in chiave turistica, favorita anche dall’espansione della formula del bed & breakfast, che ha raggiunto il tetto di 100 strutture alla data dell’1.5.2004, operanti soprattutto in borghi montani (per complessivi 629 posti letto), dov’era assente qualsiasi altra soluzione ricettiva (secondo le indicazioni delle due società inglesi operanti in regione, alcune decine di immobili acquistati da inglesi negli ultimi mesi saranno, una volta recuperati, diventeranno B&B o agriturismi);
· realizzazione di nuovi posti di lavoro diretti (attività ricettive, ristorative, agenzie immobiliari, assistenza legali ecc.) e indiretti (attività di recupero edilizio, sviluppo di infrastrutture, attività artigianali, ecc.);
· creazione di nuovi flussi economici nelle aree depresse, grazie allo sviluppo turistico ed escursionistico.

In conclusione, si può affermare che quello del recupero e della valorizzazione del patrimonio edilizio e architettonico costituisce un terreno certamente complesso, ma decisamente importante come punto di inizio per lo sviluppo turistico locale di aree depresse, solo nel momento in cui sia inserito in un progetto di sviluppo locale ampio, concreto, fattibile.
Inoltre, l’esperienza avviata può dimostrare come un intervento pubblico “creativo”, di tipo radicalmente nuovo – con limitate risorse finanziarie a disposizione – possa risultare in grado di generare risultati insperati e vantaggi all’ambiente, al paesaggio e nello stesso tempo all’economia locale[14].



[1] Federculture, Rapporto Annuale sulla valorizzazione del patrimonio culturale per lo sviluppo locale, Roma, 2001.
[2] AA.VV., Italy, ed. Lonely Planet, VI edizione, Victoria (Australia), 2004, pag. 574
[3] cfr. Centro Regionale di Studi e Ricerche economico-sociali – dal titolo “La montagna abruzzese: indicatori di marginalità”, ed. Cresa, L’aquila, 2003. Per un profilo sociologico e statistico dell’emigrazione abruzzese cfr. G. Bolino, La “spopolazione” dell’Abruzzo, editrice Itinerari, Lanciano, 1973.
[4] Ignazio Carlo Gavini, Storia dell’Architettura in Abruzzo, Costantini Editore, Pescara, 1980, vol. I, p. 9 – ristampa edizione del 1927 curata dalla Casa Editrice d’Arte Sestetti e Tumminelli, Milano-Roma
[5] A.Bini, “L’Abruzzo di Joseph Beuys”, in L.De Domizio Durini, “La spiritualità di Joseph Beuys”, Silvana Editore, Milano, 2002, p. 166
[6] Questo messaggio è stato recentemente materializzato e diffuso mediante un francobollo commemorativo della Repubblica di San Marino
[7] G.Pardi, L’abitazione rurale nel territorio abruzzese, ed. Cogestre, Penne, 1999, p. 32. Tra i vari studi in materia si segnala per l’approfondita ricerca di S. Bonamico e G. Tamburini, “Centri minori d’Abruzzo: recupero e valorizzazione”, Cangemi Editore, Roma, 1996
[8] Per un approfondimento di carattere operativo sulla complessa materia cfr. F.Paglia, Gestione e valorizzazione del patrimonio pubblico, ed. EPC Libri, Roma, 2004
[9] Il Servizio Sviluppo del Turismo in questi ultimi anni è stato al centro di attività e progetti di innovazione nel settore della comunicazione e della promozione, conseguendo i seguenti riconoscimenti professionali: a) vincitore premio “Regionando 2001” per la sezione turismo indetto dal FORUM PA per il progetto “Comunicazione Giubileo”; c) attestato di Federculture per il progetto “Le vie della transumanza” – 2002; c) vincitore premio “100 Progetti per il cittadino” – 2002 – indetto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Funzione Pubblica – per il progetto “VAPE: valorizzazione posta elettronica”.
[10] Di fatto l’obiettivo del progetto si pone in linea con le analisi della successiva ricerca che l’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), sezione giovani imprenditori, ha commissionato al CENSIS sul tema “Paesaggio e beni culturali per la valorizzazione del territorio”. La ricerca è stata presentata a Positano il 17 ottobre 2003
[11] Daniele Elow Kihlgren è divenuto una sorta di testimonial della comunicazione all’estero, utile per mostrare un Abruzzo interno dinamico, in ripresa, in grado di catalizzare l’interesse di investitori stranieri, ecc. A. Bini, “Il progetto Sextantio: l’effetto Toscana nell’Abruzzo aquilano”, in A. Bini, T. Paolini “Oltre la Bit: analisi e tendenze del turismo nell’Abruzzo aquilano”, Emme3 Editrice, Sulmona, 2003, p. 142. ss.
[12] E. Giancristofaro, “Quando l’Abruzzo era lontano, Il Messaggero Abruzzo del 15.1.2004
[13] cfr. L. Piccioni, “Storia d’Italia. Le Regioni dall’Unità ad oggi: L’Abruzzo”, ed. Einaudi, 2000, p. 944 e ss
[14] Il carattere sperimentale del progetto già colto da M. Cerato, cfr. “Abruzzo, un mecenate per i borghi”, in IL Sole 24 ore 25 giugno 2003 e stato recentemente ripreso da A.Dumont, che parla di “laboratorio” riferimento europeo, cfr. OPA touristique sur les Abruzzes” in La Tribune, 4 giugno 2004.

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